Vasari pittore alla corte Medicea



SCHEDA BIOGRAFICA SI COSIMO I: 

Cosimo I De Medici è nato a Firenze il 21 giugno1519.
Già dall'età di 17 anni iniziò a governare Firenze: fece realizzare fortezze a Siena, Arezzo e Pistoia, finanziò molti artisti, tra i quali Vasari e Cellini e fondò l'Accademia del disegno.
Morì il 21 aprile 1574.


SALONE DEI CINQUECENTO:

 
È stato decorato tra il 1503 e il 1504, il soffitto tra il 1563 e il 1565.

Cosimo I volle essere rappresentato al centro del salone ("Apoteosi di Cosimo I"), invece ai lati della sala sono rappresentati episodi della guerra di Pisa e Siena. In fondo alla sala c'è una zona rialzata detta "Tribuna dell'Udienza" (Trono del duca), alla testata su si trovano 4 statue di epoca romana.


Nel libro "I Ragionamenti" di Giorgio Vasari, pubblicato postumo  dal nipote nel 1588 a Firenze, si trova la descrizione delle decorazioni pittoriche di Palazzo Vecchio.




In questa lettera Giorgio Vasari descrive il ritratto di Lorenzo il Magnifico:
  
E da che Vostra Eccellenza si contenta che io facci un quadro, drentovi un ritratto Lorenzo il Magnifico, in abito come egli stava positivamente in casa, vedremo di pigliare uno di questi ritratti, che lo somigliano più, e da quello caveremo l’effigie del viso e il restante ho pensato di farlo con questa invenzione, se piacerà a Vostra Eccellenza.
Ancora che la sappi meglio di me l’azzioni di questo singularissimo e rarissimo cittadino, desidero in questo ritratto accompagnarlo con tutti quegli ornamenti che le gran qualità sue gli fregiavano la vita, ancora che sia ornatissimo da sé, facendolo solo. Farollo adunque a sedere, vestito d’una veste lunga pavonazza, foderata di lupi bianchi e la man ritta piglierà un fazzoletto, che pende da una coreggia larga all’antica, che lo cigne in mezzo. Dove a quella sarà appiccata una scarsella di velluto rosso a uso di borsa e col braccio ritto poserà in un pilastro, finto di marmo, il quale regge un’anticaglia di porfido e in detto pilastro vi sarà una testa di una Bugia, finta di marmo, che si morde la lingua, scoperta dalla mano di Lorenzo il Magnifico.
Il zoccolo sarà intagliato e faravvisi drento queste lettere: “Sicut maiores mihi ita et ego post[eris] mea virtute preluxi” Sopra questo ho fatta una maschera bruttissima, figurata per il Vizio, la quale stando a diacere in su la fronte, sarà conculcata da un purissimo vaso, pien di rose e di viole, con queste lettere: “Virtus omnium vas”. Arà questo vaso una cannella da versare acqua appartatamente, nella quale sarà infilzata una maschera pulita, bellissima, coronata di lauro; e in fronte queste lettere o vero nella cannella: “Premium virtutis”.
Dall’altra banda si farà del medesimo porfido finto una lucerna all’antica con piede fantastico e una maschera bizzarra in cima, la quale mostri che l’olio si possa mettere fra le corna in su la fronte; e cosi cavando di bocca la lingua, per quella facci papiro e così facci lume, mostrando, che il Magnifico per il governo suo singulare non solo nella eloquenza, ma in ogni cosa, massime nel giudizio fé lume a’ discendenti suoi e a cotesta magnifica città.


In questa lettera Vasari descrive il ritratto di Alessandro de' Medici:

Ora eccovi qui sotto il significato del quadro.
 L’armi indosso bianche, lustranti sono quel medesimo, che lo specchio; il principe dovrebbe essere tale, che i suoi popoli potessino specchiarsi in lui nelle azzioni della vita. L’ho armato tutto dal capo e mani in fuora, volendo mostrare, esser parato per amor della patria a ogni difensione publica e particulare. Siede, mostrando la possessione presa e avendo in mano il bastone del dominio, tutto d’oro, per reggere e comandare da principe e capitano. Ha dreto alle spalle, per esser passata, una rovina di colonne e di edifizi, figurati per l’assedio della città l’anno 1530; il quale per lo straforo d’una rottura di quella vede una Firenze, che guardandola intentamente con gl’occhi, fa segnio del suo riposo, sendoli sopra l’aria tutta serena.
La sieda tonda, dove siede sopra, non avendo principio né fine, mostra il suo regnare perpetuo. Que’ tre corpi tronchi per piè di detta sedia, in tre per piede, sendo numero perfetto, sono i sua popoli, che guidandosi secondo il volere di chi sopra li comanda, non hanno né braccia, né gambe. Convertesi il fine di queste figure in una zampa di leone, per esser parte del segno della città di Firenze. Evvi una maschera, imbrigliata da certe fasce, la quale è figurata per la Volubilità, volendo mostrare, che que’ popoli instabili sono legati e firmi per il castello fatto e per l’amore, che i sudditi portano a Sua Eccellenza.
 Quel panno rosso che è mezzo in sul sedere, dove sono i corpi tronchi, mostra il sangue, che s’è sparso sopra di quelli che hanno repugnato contro la grandezza della illustrissima casa de’ Medici; e un lembo di quello, coprendo una coscia dell’armato, mostra, che anche questi di casa Medici sono stati percossi nel sangue nella morte di Giuliano e ferite di Lorenzo vecchio. Quel tronco secco di lauro, che manda fuori quella vermena diritta e fresca di fronde è la casa de’ Medici, già spenta, che per la persona del Alessandro deve crescer di prole infinitamente. Lo elmetto, non che tiene in capo, ma in terra, abbrusciando, è la eterna pace, che procedendo dal capo del principe per il suo buon governo, fa stare i popoli suoi colmi di letizia e d’amore.

 Sezione a cura di: Marchese, Portogallo, Agostinas, Canotti della 3 B cucina